I leader IT identificano le tecnologie che, già oggi, stanno cambiando il loro modo di lavorare, e individuano quali lasceranno il segno nei mesi a venire. Ma attenzione, in alcuni casi, è possibile che quelle con il potenziale più dirompente facciano già parte dello stack.

A volte le tecnologie più promettenti sono proprio davanti ai nostri occhi: basta riconoscere il valore aziendale insito nel loro utilizzo.

Per avere un’idea delle più promettenti che le aziende incontreranno nel corso dei prossimi mesi, abbiamo intervistato una serie di leader IT chiedendo loro quali pensano che siano i sistemi che potranno aiutare le imprese a innovare, a servire meglio i loro clienti e a trasformare il modo in cui conducono il loro business.

Mentre l’intelligenza artificiale generativa, al netto di un ridimensionamento delle aspettative nei suoi confronti, rimane in cima alla lista dei soggetti più indicati, molte delle risposte più interessanti che abbiamo ricevuto su quale sarà l’hi-tech destinato a cambiare il business aziendale includono presenze già consolidate che meritano, però, un nuovo sguardo: trovare nuove forme di efficienza scoprendo capacità non sfruttate dei sistemi esistenti, prima di lanciarsi in nuove iniziative, è un altro modo di essere disruptive, che richiede, comunque, lungimiranza e visione.

Sia che si tratti di una novità assoluta o di una rivisitazione di un qualcosa che già esiste, ecco le tecnologie che, a detta dei leader dell’IT, saranno protagoniste nel modo di fare business nell’anno a venire.

L’apprendimento automatico torna sotto i riflettori dell’AI

Mentre molte imprese si concentrano sull’avvio dell’AI generativa [in inglese] e stanno ancora lottando con il suo ROI [in inglese], l’apprendimento automatico (ML) sta già fornendo valore aziendale, afferma Cory Chaplin, managing partner per la tecnologia di West Monroe Partners.

Questo ramo dell’intelligenza artificiale, ormai consolidato da tempo, è pronto a fare ancora di più, soprattutto quando le aziende attirate dal clamore dell’AI generativa [in inglese] scopriranno ciò che l’ML può già fare per loro.

“Abbiamo visto in prima persona come il ML può ottimizzare i processi e migliorare il percorso decisionale, portando a una maggiore efficienza e a risparmi sui costi”, spiega Chaplin. “Automatizzando compiti complessi e scoprendo modelli preziosi nei dati, il ML ci consente di prendere decisioni basate sulle informazioni, in grado di far crescere l’azienda”.

Chaplin trova il ML utile per identificare le tendenze legate al comportamento degli utenti e prevedere i risultati. Questo tipo di previsione [in inglese] può aiutare ad allocare le risorse in modo più efficace, osserva, e a coinvolgere meglio i clienti, per esempio nel consigliare i prodotti.

“Sebbene la GenAI abbia indubbiamente il suo fascino, è importante che i leader aziendali apprezzino le applicazioni più ampie e versatili del ML tradizionale”, tiene a precisare. In futuro, investire nelle tecnologie di ML e integrarle efficacemente nelle operation aziendali sarà il segreto per rimanere competitivi e ottenere un successo a lungo termine”. La capacità di scomporre le tendenze e di comprendere i fattori alla base delle metriche-chiave fornisce approfondimenti cruciali per il processo decisionale strategico”.

I leader IT che lo riconoscono – e lo realizzano – si troveranno in una posizione migliore per aiutare le loro organizzazioni aziendali ad arrivare, finalmente, alla trasformazione in quelle imprese data-driven [in inglese] che hanno sempre professato di essere.

La data orchestration facilita il percorso di trasformazione

A questo proposito, gli strumenti che aiutano le aziende a convertire dati isolati in insight attuabili possono aiutare a ottenere una maggiore efficienza e a guidare un cambiamento significativo. L’integrazione dei dati provenienti da fonti interne ed esterne può anche fornire una visione più completa delle operation generali, aiutando l’impresa a far emergere correlazioni e confronti critici.

“Cerchiamo costantemente di innovare il modo in cui gestiamo i nostri dati e di migliorare le tecniche con le quali le nostre piattaforme gestiscono, aggregano e forniscono suggerimenti e approfondimenti ai nostri clienti”, dice Rob Skillington, CTO e co-fondatore di Chronosphere.

Skillington indica Snowflake, AWS Redshift, Google Cloud Platform’s BigQuery e Microsoft Azure Synapse Analytics come esempi di strumenti che offrono tutti i mezzi necessari a consolidare, usare e analizzare grandi quantità di dati.

“Ci sono anche piattaforme che aiutano a pubblicare dati provenienti da molti servizi e fonti diverse, per aiutare a integrare sia i dati transazionali che quelli operativi”, dichiara. “Per esempio, si può estrarre, trasformare e caricare i dati da Zendesk al data warehouse utilizzando strumenti per l’orchestrazione dei dati orchestration che evitano molte operazioni manuali che possono diventare anche molto impegnative. In questo modo è possibile verificare quanti ticket, quanto tempo e quanta energia vengono spesi per ogni singolo cliente e confrontarli con le informazioni di comportamento già acquisite e presenti nel data warehouse”.

L’aspetto che viene toccato da Skillington è spesso trascurato in qualsiasi trasformazione digitale di successo: tutto inizia con i dati. Abbattendo i silos [in inglese], stabilendo strategie [in inglese] olistiche di governance [in inglese], sviluppando l’architettura più idonea per l’azienda, e sviluppando l’alfabetizzazione dei dati in tutte le discipline, le imprese possono ottenere non solo un migliore accesso al loro apparato informativo, ma anche capire meglio come, per esempio, i costi di assistenza si relazionano con i prodotti venduti, oltre ad altri elementi che portano a migliorare il processo decisionale aziendale.

Secondo Skillington, inoltre, gli strumenti di data orchestration sono pronti per aiutare le aziende a procedere spedite lungo questa strada evolutiva.

Per queste attività, il manager individua in Astronomer, AWS Glue, GCP Cloud Composer e Microsoft Azure Data Factory le soluzioni di riferimento.

“Tali servizi possono aiutare ad accelerare il consolidamento dei dati aziendali e a migliorarne l’accessibilità, consentendo all’impresa di ottenere risposte significative su molte questioni legate al loro business”, precisa.

Il desktop computing si evolve

Rob Zelinka, CIO di Jack Henry & Associates, ha riscontrato grandi vantaggi dalla possibilità di condividere rapidamente l’accesso alle risorse aziendali, utilizzando il desktop basato sul cloud Windows 365. Probabilmente non sostituirà il PC, riflette, ma si rivela ideale anche per applicazioni specifiche.

“Ci offre l’agilità di concedere in modo sicuro e protetto l’accesso a sistemi selezionati ad appaltatori e membri del team che hanno bisogno di utilizzare sistemi-chiave mentre sono in viaggio all’estero”, precisa il manager.

Anche Ashwin Ballal, Chief Information Officer di Freshworks, è entusiasta dell’infrastruttura desktop virtuale nel cloud che consente l’accesso dai dispositivi mobili degli utenti. “Queste tecnologie hanno migliorato la sicurezza, le operazioni IT e il costo totale di possesso, aumentando la produttività e offrendo un’ottima esperienza ai dipendenti”, riferisce.

Nel frattempo, le società di ricerca Gartner e IDC prevedono che [in inglese] i PC ottimizzati per l’intelligenza artificiale occuperanno più spazio sulle scrivanie dei lavoratori, vendendo più di 50 milioni di unità entro la fine del 2024. IDC, in particolare, stima che [in inglese], nel 2027, saranno venduti quasi 170 milioni di desktop AI.

I PC promettono prestazioni migliori per le attività AI-centriche che sono sempre più comuni, oltre a una maggiore sicurezza.

“Le promesse di una maggiore produttività degli utenti grazie a prestazioni migliori, a costi di inferenza più bassi, unitamente al vantaggio della privacy e della sicurezza sul dispositivo, hanno suscitato un forte interesse da parte di chi in azienda si occupa di prendere le decisioni che riguardano la dotazione IT nei confronti dei PC intelligenti”, riflette Tom Mainelli [in inglese], group vice president per i dispositivi e per le ricerche sul comportamento dei consumatori di IDC. “Nei prossimi anni, ci aspettiamo che questa tecnologia passi da nicchia a mainstream”.

L’edge computing e il 5G diventano commodity

Un recente rapporto di IDC prevede che, quest’anno, la spesa per per l’edge computing – che comprende hardware, software e servizi – registrerà un aumento del 15%, con una cifra che dovrebbe raggiungere i 350 miliardi di dollari entro il 2027. La società di ricerca stima anche che il fatturato dell’infrastruttura privata LTE/5G raggiungerà 5,2 miliardi di dollari nel 2027.

L’edge computing e il 5G sono due tecnologie complementari che stanno maturando, diventando più accessibili, e che offrono risultati aziendali tangibili in modo sicuro, secondo Rogers Jeffrey Leo John, CTO e co-fondatore di DataChat.

“I dispositivi edge, come i telefoni cellulari, possono ora eseguire compiti intensivi come l’AI e il ML, che un tempo erano possibili solo nei data center”, aggiunge. “I dati sensibili restano nel dispositivo dell’utente finale e questo è molto importante nell’attuale era dell’intelligenza artificiale generativa, in cui l’invio di informazioni cruciali ai data center comporta molte preoccupazioni in termini di privacy e sicurezza”.

Inoltre, la velocità e la latenza inferiore delle reti 5G, combinate con l’edge computing, offrono il potenziale per un processo decisionale più rapido. “Questa architettura ibrida edge-cloud che sfrutta il meglio del cloud tradizionale e dell’edge stimolerà lo sviluppo di applicazioni innovative”.

Anche Max Belov, CTO di Coherent Solutions, è ottimista sull’edge computing integrato con i servizi cloud. “Tale mix tecnologico sta trasformando settori come la produzione, l’assistenza sanitaria e i veicoli autonomi, consentendo analisi e processi decisionali in tempo reale, migliorando l’efficienza e la reattività”, sottolinea.

Le esperienze immersive sono pronte a dare i loro frutti

Tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata non sono nuove, e Belov di Coherent Solutions spiega come il concetto che le racchiude entrambe – realtà estesa (XR) [in inglese] – stia evolvendo, poiché l’hardware è sempre meno ingombrante e invasivo, mentre il codice sta creando esperienze sempre più sofisticate.

“Altre aziende si stanno unendo a questo spazio, tra cui Apple con Vision Pro, e le tecnologie XR stanno trasformando settori come l’istruzione, la formazione, la sanità e l’intrattenimento, offrendo esperienze immersive e nuovi modi di interagire con i contenuti digitali”, dichiara il manager.

Krishna Prasad, CIO di UST, è d’accordo. “Stiamo riscontrando una buona adozione e diversi casi d’uso tra i nostri clienti in relazione alle esperienze immersive con AR e VR nella formazione e nei progetti di configurazione commerciale”.

IDC ha stimato che i device più moderni e i prezzi più bassi porteranno le tecnogie XR a un CAGR di circa il 44% [in inglese] nel periodo 2024-2028.

Un ulteriore rafforzamento contro le minacce informatiche

La forza lavoro da remoto espone gli strumenti e i servizi cloud a rischi di cybersecurity. Ma due tecnologie stanno aiutando a risolvere questi problemi, dice Belov: la SaaS Security Posture Management (SSPM) [in inglese] e la Cyber Asset Attak Surface Management (CAASM) [in inglese].

“Gli strumenti SSPM migliorano la sicurezza monitorando e gestendo continuamente la condizione di sicurezza delle applicazioni SaaS, mentre CAASM fornisce una visione completa di tutti gli asset informatici, aiutando le imprese a comprendere e gestire la loro superficie di attacco, che è cambiata in modo significativo rispetto ai giorni in cui le persone lavoravano negli uffici dietro i firewall e all’interno di progetti complessi di LAN e WAN”, precisa Belov.

I due approcci forniscono una visione e un controllo complessivi migliori delle applicazioni e degli asset cloud, afferma, riducendo al contempo le vulnerabilità e migliorando la conformità.

Ottimizzare i sistemi sottoutilizzati

David Higginson, vice president esecutivo e responsabile dell’innovazione del Phoenix Children’s Hospital, osserva che la corsa all’implementazione di nuove tecnologie a volte ignora le capacità sottoutilizzate dello stack esistente.

Di conseguenza, le tecnologie più dirompenti nei prossimi anni potrebbero essere quelle già in uso.

“Vedo sistemi sostituiti o implementati con grande clamore per poi lasciare che i processi rimangano inalterati: la conseguenza è che il 60% dell’efficienza potenziale si perde o non viene mai realizzato”, evidenzia Higginson. “Dobbiamo sfruttare al meglio le tecnologie in cui abbiamo già investito”.

Higginson rileva che, nel suo settore, i pazienti si aspettano di fissare gli appuntamenti online, come fanno in altre aree della loro vita. Eppure, meno del 15% degli appuntamenti viene fissato utilizzando l’autoprogrammazione.

“Non riusciamo a mettere in atto i cambiamenti culturali nelle nostre practice che ci permettono di utilizzare o beneficiare di questi strumenti”, prosegue. “Come leader IT, spesso ci convinciamo a implementare i sistemi a causa dei grandi ROI potenziali, ma poi passiamo al progetto successivo senza assicurarci che questi guadagni siano stati raggiunti e che si sia verificato il cambiamento organizzativo per adottare correttamente la trasformazione che ci si aspettava di ottenere”.

La lezione è che i leader IT possono essere una forza disruptive per il bene dell’azienda se ripensano le strategie e le implementazioni IT, e cambiano il modo in cui l’IT stessa viene percepita. “La crescita e il successo devono essere giudicati utilizzando la tecnologia per migliorare ciò che abbiamo fatto ieri”, conclude Higginson. “Non si può giudicare se installiamo il software in tempo e rispettando il budget”.

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